Ebraismo e modernità by bruno

Ebraismo e modernità by bruno

autore:bruno [Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-10-22T20:45:13.188000+00:00


Durante i venti secoli della diaspora, gli ebrei hanno tentato solo due volte di cambiare la loro condizione ricorrendo all'azione politica diretta. Il primo tentativo fu quello del movimento di Sabbatai Zevi, il movimento mistico-politico per la salvezza degli ebrei che chiuse il Medioevo ebraico e che causò una catastrofe le cui conseguenze determinarono gli atteggiamenti e le convinzioni di fondo degli ebrei nei due secoli successivi e oltre. Alla metà del 1600, mentre si preparavano a seguire in Palestina il sedicente Messia Sabbatai Zevi, gli ebrei davano per scontato che la loro speranza ultima in un'età messianica stesse per realizzarsi. Fino all'epoca di Sabbatai Zevi, gli ebrei erano stati capaci d gestire le proprie faccende comuni con una politica che esisteva soltanto nel regno dell'immaginazione - il ricordo di un remoto passato e la speranza di un remoto futuro. Col movimento di Sabbatai Zevi, questi ricordi e speranze vecchi di secoli culminarono in un unico, eroico momento. I suoi effetti catastrofici chiusero - forse per sempre - il periodo in cui solo la religione poteva fornire agli ebrei una salda struttura entro la quale soddisfare le proprie esigenze politiche, spirituali e quotidiane. La disillusione che ne seguì impedisce ancora oggi agli ebrei di trovare nella loro religione i mezzi idonei a valutare ed affrontare gli eventi contemporanei, siano essi politici o di altra natura. Da quel momento in poi, ogni ebreo, fosse o no devoto, vivesse o no nella legge, ha dovuto giudicare gli eventi secolari da un punto di vista laico e prendere decisioni secolari in termini laici.

La secolarizzazione ebraica culminò infine in un secondo tentativo di annientare la diaspora, dal quale ebbe origine il movimento sionista.

Il solo fatto che una catastrofe avesse proiettato gli ebrei dai due poli del passato e del futuro nel punto di mezzo del presente, non significa che essi fossero diventati realistici. Trovarsi faccia a faccia con la realtà non vuol dire comprenderla automaticamente o sentirsi a proprio agio in essa. Al contrario, il processo di secolarizzazione rese gli ebrei ancor meno realistici - in altri termini, li rese incapaci, come mai prima, di affrontare e comprendere la situazione reale. Perdendo la loro fede in un inizio divino e in un fine ultimo della storia, gli ebrei persero la loro guida attraverso il deserto dei nudi fatti; giacché quando l'uomo è privato di tutti i mezzi di interpretazione degli eventi, è lasciato senza alcun senso della realtà. Il presente cui gli ebrei si trovarono a far fronte, dopo il disastro di Sabbatai Zevi, era il disordine di un mondo ormai privo di senso, nel quale, di conseguenza gli ebrei non potevano più trovare un posto.

Tutti gli ebrei sentivano, in egual misura, l'esigenza di una guida o di una chiave di lettura della storia. Ma, nel diciannovesimo secolo, questa esigenza non era affatto limitata ai soli ebrei. In quel contesto, il sionismo può essere incluso tra i molti ismi del tempo, ciascuno dei quali pretendeva di spiegare la realtà e di predire il futuro in termini di leggi e forze irresistibili.



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